Autore: Scuola Psicoterapia Gestalt 24 marzo 2025
Perls, uno dei fondatori della Gestalt, sosteneva che la Terapia della Gestalt non è né una terapia corporea, ma neanche una terapia verbale. Non è una terapia corporea perché non propone esercizi con l’obiettivo di forzare corazze muscolari, né si sviluppa attraverso l’uso di massaggi con lo scopo di agire sui tessuti connettivi profondi e rilassare gli spasmi muscolari, come ad esempio fa il Rolfing. Non è una terapia verbale perché non lavora primariamente sui contenuti verbali (“cosa”) e sulla storia del paziente, ma si concentra sui processi e sul “come”. Uno degli obiettivi della formazione in Gestalt è l’"osservazione fenomenologica": un’attitudine (“epochè”) che consiste nel mettere tra parentesi giudizi e interpretazioni, per concentrarsi su ciò che viene colto attraverso i sensi. Oltre ad ascoltare le parole, osserviamo i gesti del paziente, come si muove, come respira, come/quando blocca il suo respiro, se arrossisce, il tono di voce, posture.. e tutto ciò che colpisce l’attenzione del terapeuta nel qui e ora. Rientra nell’osservazione fenomenologica anche il corpo e il “sentire” dello stesso terapeuta, le sue sensazioni, i suoi movimenti, paure, emozioni, ecc. A cosa ci serve l’osservazione fenomenologica quando siamo in seduta? Ha una funzione educativa perché alleniamo il paziente a concentrarsi sul qui e ora, e a riconoscere le sue fughe nel passato o nel futuro. E’ solo nel presente che il paziente può trovare la calma necessaria per affrontare i problemi, apprendere modi nuovi di vivere le relazioni, cioè nel momento in cui si permette di farne esperienza. Allenandosi ad ascoltare il corpo, il paziente impara ad accogliere ed eventualmente anche a descrivere i vissuti emotivi attraverso le sensazioni corporee piuttosto che attraverso le credenze e i giudizi su di sé e sul mondo. Questo è già un primo passo verso il cambiamento. Inoltre l’attenzione alle sensazioni ha un effetto calmante perchè riporta la mente sul qui e ora. Infine, grazie alla concentrazione sul qui e ora possiamo lavorare sul “contatto” e sulle “interruzioni di contatto”, che è il cuore della Gestalt: il terapeuta facilita la creazione di un tempo e di uno spazio in cui la figura è il contatto, cosa sta succedendo tra paziente e terapeuta, come si stanno incontrando, e su quali comportamenti nevrotici si stanno appoggiando per abbassare il livello d’ansia che ogni novità presuppone. Questa è l’essenza della terapia della Gestalt, quando afferma che la sofferenza nasce in una relazione e soltanto in una nuova relazione potrà essere curata: grazie a nuove esperienze, il paziente può prendere il sostegno che gli serve per recuperare il suo potenziale e le risorse bloccate,
Autore: Scuola Psicoterapia Gestalt 12 novembre 2024
La terapia della Gestalt lavora con i sogni considerandoli come espressioni importanti della vita interiore e relazionale dell'individuo. Nella Gestalt, i sogni non sono visti solo come manifestazioni notturne, ma come esperienze significative che possono rivelare desideri, conflitti e parti inespresse del sé. Ecco come generalmente funziona questo approccio: 1. Esplorazione del sogno: Il terapeuta invita il cliente a raccontare il sogno in dettaglio. Questo include la narrazione degli eventi, le emozioni provate e i personaggi coinvolti. 2. Identificazione degli elementi del sogno: Ogni elemento del sogno (persone, luoghi, oggetti) può rappresentare diversi aspetti della personalità del sognatore. Attraverso tecniche come il "gioco di ruolo", il cliente può esplorare e interpretare questi elementi, dando voce ai loro significati. 3. Focus sull’esperienza presente: La terapia della Gestalt enfatizza il "qui e ora". Il terapeuta incoraggia il cliente a connettersi con le emozioni e le sensazioni corporee che il sogno suscita nel presente, aiutando il cliente a comprendere il significato del sogno in relazione alla sua vita attuale. 4. Autenticità e consapevolezza: L'obiettivo è aumentare la consapevolezza e l'autenticità del cliente. Attraverso l'analisi dei sogni, il sognatore può confrontarsi con parti di se stesso che potrebbero essere state ignorate o represse, facilitando la crescita personale. 5. Integrazione: Infine, il lavoro con i sogni può portare a una maggiore integrazione delle parti del sé e a un miglioramento della consapevolezza di ciò che il cliente desidera o teme nella vita quotidiana. Questo approccio ai sogni permette quindi di estrarre significato e di lavorare attraverso questioni emotive, facilitando un processo di guarigione e di sviluppo personale.
Autore: Scuola Psicoterapia Gestalt 12 novembre 2024
Fritz Perls, uno dei fondatori della terapia della Gestalt, aveva un modo unico di lavorare con i sogni, considerandoli come porte d'accesso alla consapevolezza del sé e a contenuti emotivi profondi. Ecco alcuni principi chiave su come Perls affrontava i sogni: 1. Sogno come realtà: Perls considerava il sogno come un'esperienza vivente che rifletteva la realtà interna del sognatore. Non lo interpretava in modo tradizionale, come un simbolo da decifrare, ma piuttosto lo Paragonava a un “dramma” che avveniva nella vita del sognatore. 2. Tecnica del "tu sei": In una sessione di terapia, Perls spesso incoraggiava il cliente a “essere” ogni parte del sogno. Questo significa che se il cliente parlava di una figura nel sogno, veniva invitato a impersonificarla e a esprimere i suoi sentimenti e pensieri. Questo aiuta a esplorare diversi aspetti della personalità e a far emergere emozioni nascoste. 3 . Focus sul presente: Perls credeva che, lavorando con il sogno, i clienti potessero diventare più consapevoli di ciò che stava accadendo nel loro presente. La rielaborazione dei sogni porta spesso a capire come le esperienze oniriche si riflettono nelle dinamiche della vita quotidiana. 4. Emozioni corporee: Parte dell'approccio di Perls consisteva nel connettere i sogni con le sensazioni corporee. Incoraggiava i pazienti a prestare attenzione a come si sentivano fisicamente quando parlavano del sogno, utilizzando queste sensazioni come chiave per esplorare emozioni più profonde. 5. Risoluzione dei conflitti: Attraverso il lavoro sui sogni, Perls cercava di aiutare i clienti a riconoscere e risolvere conflitti interni, permettendo loro di affrontare paura, desideri e parti di sé che erano state trascurate. In sintesi, Fritz Perls utilizzava i sogni come uno strumento potente per il lavoro terapeutico, promuovendo la consapevolezza e l'integrazione delle esperienze interiori , e facilitando un maggiore contatto con il proprio sé autentico.
GESTALT CHAIRWORK
Autore: Scuola Psicoterapia Gestalt 26 gennaio 2024
Il lavoro sulle sedie, in inglese detto chairwork, non è una tecnica, ma è innanzitutto un'arte figurativa, volta ad accrescere la consapevolezza e a lavorare su emozioni conflittuali o negate.
Autore: Trade SE 14 luglio 2021
Autore: Scuola Psicoterapia Gestalt 5 maggio 2020
L’ansia è un blocco della respirazione che si verifica di fronte all’attesa di uno o più eventi futuri che temiamo possano essere dolorosi e non dominabili. L’apnea è un modo per aumentare la nostra concentrazione su un evento e la nostra capacità di dominarlo, diminuendo le sensazioni che possono distrarci. Solo che se l’evento è atteso nel futuro, è cioè una probabilità e non un’attualità, la sospensione del respiro troppo prolungata nel tempo diventa una minaccia alla nostra sopravvivenza: questo è ciò che chiamiamo ansia. In altre parole l’ansia è un segnale di allarme che ci dice che stiamo perdendo il controllo sul mondo che ci circonda, da cui consegue il tentativo di darci sostegno dominando le nostre sensazioni ed emozioni, la nostra corporeità, pensando così di riuscire poi a dominare il mondo esterno. Cosa intendiamo noi terapeuti dicendo che sosteniamo la persona a reggere livelli di ansia sempre crescenti ? Chiediamo alla persona di utilizzare questo segnale di allarme in modo diverso, rinunciando al tentativo di dominare la paura dell’ignoto, cioè di tutto ciò che non è ancora qui e ora, a favore della capacità di respirare e sentire di più invece che di meno; chiediamo di dare valore all’ansia invece di volerla scacciare, annullare, combattere, fuggire con varie strategie (dalle interruzioni di contatto, agli attacchi di panico, alla depressione, fino ad arrivare a possibili agiti). Queste non sono richieste tecniche, ma esistenziali, perché noi praticanti siamo lì con la persona vivendo la stessa esperienza. Noi esseri umani dobbiamo sviluppare la capacità di rendere assimilabili le novità che incontriamo e/o, se non ci riusciamo, di rifiutarle e, se le novità non assimilabili sono dilaganti in quell’ambiente, possiamo scegliere di cambiare ambiente, di andarcene. Mariano Pizzimenti
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TUTTI GLI ARTICOLI TEORIA DELLA GESTALT SESSUOLOGIA DELLA GESTALT ETA' EVOLUTIVA IN GESTALT ESPERIENZE FORMAZIONE IN GESTALT
Autore: Scuola Psicoterapia Gestalt 24 marzo 2025
Perls, uno dei fondatori della Gestalt, sosteneva che la Terapia della Gestalt non è né una terapia corporea, ma neanche una terapia verbale. Non è una terapia corporea perché non propone esercizi con l’obiettivo di forzare corazze muscolari, né si sviluppa attraverso l’uso di massaggi con lo scopo di agire sui tessuti connettivi profondi e rilassare gli spasmi muscolari, come ad esempio fa il Rolfing. Non è una terapia verbale perché non lavora primariamente sui contenuti verbali (“cosa”) e sulla storia del paziente, ma si concentra sui processi e sul “come”. Uno degli obiettivi della formazione in Gestalt è l’"osservazione fenomenologica": un’attitudine (“epochè”) che consiste nel mettere tra parentesi giudizi e interpretazioni, per concentrarsi su ciò che viene colto attraverso i sensi. Oltre ad ascoltare le parole, osserviamo i gesti del paziente, come si muove, come respira, come/quando blocca il suo respiro, se arrossisce, il tono di voce, posture.. e tutto ciò che colpisce l’attenzione del terapeuta nel qui e ora. Rientra nell’osservazione fenomenologica anche il corpo e il “sentire” dello stesso terapeuta, le sue sensazioni, i suoi movimenti, paure, emozioni, ecc. A cosa ci serve l’osservazione fenomenologica quando siamo in seduta? Ha una funzione educativa perché alleniamo il paziente a concentrarsi sul qui e ora, e a riconoscere le sue fughe nel passato o nel futuro. E’ solo nel presente che il paziente può trovare la calma necessaria per affrontare i problemi, apprendere modi nuovi di vivere le relazioni, cioè nel momento in cui si permette di farne esperienza. Allenandosi ad ascoltare il corpo, il paziente impara ad accogliere ed eventualmente anche a descrivere i vissuti emotivi attraverso le sensazioni corporee piuttosto che attraverso le credenze e i giudizi su di sé e sul mondo. Questo è già un primo passo verso il cambiamento. Inoltre l’attenzione alle sensazioni ha un effetto calmante perchè riporta la mente sul qui e ora. Infine, grazie alla concentrazione sul qui e ora possiamo lavorare sul “contatto” e sulle “interruzioni di contatto”, che è il cuore della Gestalt: il terapeuta facilita la creazione di un tempo e di uno spazio in cui la figura è il contatto, cosa sta succedendo tra paziente e terapeuta, come si stanno incontrando, e su quali comportamenti nevrotici si stanno appoggiando per abbassare il livello d’ansia che ogni novità presuppone. Questa è l’essenza della terapia della Gestalt, quando afferma che la sofferenza nasce in una relazione e soltanto in una nuova relazione potrà essere curata: grazie a nuove esperienze, il paziente può prendere il sostegno che gli serve per recuperare il suo potenziale e le risorse bloccate,
Autore: Scuola Psicoterapia Gestalt 12 novembre 2024
La terapia della Gestalt lavora con i sogni considerandoli come espressioni importanti della vita interiore e relazionale dell'individuo. Nella Gestalt, i sogni non sono visti solo come manifestazioni notturne, ma come esperienze significative che possono rivelare desideri, conflitti e parti inespresse del sé. Ecco come generalmente funziona questo approccio: 1. Esplorazione del sogno: Il terapeuta invita il cliente a raccontare il sogno in dettaglio. Questo include la narrazione degli eventi, le emozioni provate e i personaggi coinvolti. 2. Identificazione degli elementi del sogno: Ogni elemento del sogno (persone, luoghi, oggetti) può rappresentare diversi aspetti della personalità del sognatore. Attraverso tecniche come il "gioco di ruolo", il cliente può esplorare e interpretare questi elementi, dando voce ai loro significati. 3. Focus sull’esperienza presente: La terapia della Gestalt enfatizza il "qui e ora". Il terapeuta incoraggia il cliente a connettersi con le emozioni e le sensazioni corporee che il sogno suscita nel presente, aiutando il cliente a comprendere il significato del sogno in relazione alla sua vita attuale. 4. Autenticità e consapevolezza: L'obiettivo è aumentare la consapevolezza e l'autenticità del cliente. Attraverso l'analisi dei sogni, il sognatore può confrontarsi con parti di se stesso che potrebbero essere state ignorate o represse, facilitando la crescita personale. 5. Integrazione: Infine, il lavoro con i sogni può portare a una maggiore integrazione delle parti del sé e a un miglioramento della consapevolezza di ciò che il cliente desidera o teme nella vita quotidiana. Questo approccio ai sogni permette quindi di estrarre significato e di lavorare attraverso questioni emotive, facilitando un processo di guarigione e di sviluppo personale.
Autore: Scuola Psicoterapia Gestalt 12 novembre 2024
Fritz Perls, uno dei fondatori della terapia della Gestalt, aveva un modo unico di lavorare con i sogni, considerandoli come porte d'accesso alla consapevolezza del sé e a contenuti emotivi profondi. Ecco alcuni principi chiave su come Perls affrontava i sogni: 1. Sogno come realtà: Perls considerava il sogno come un'esperienza vivente che rifletteva la realtà interna del sognatore. Non lo interpretava in modo tradizionale, come un simbolo da decifrare, ma piuttosto lo Paragonava a un “dramma” che avveniva nella vita del sognatore. 2. Tecnica del "tu sei": In una sessione di terapia, Perls spesso incoraggiava il cliente a “essere” ogni parte del sogno. Questo significa che se il cliente parlava di una figura nel sogno, veniva invitato a impersonificarla e a esprimere i suoi sentimenti e pensieri. Questo aiuta a esplorare diversi aspetti della personalità e a far emergere emozioni nascoste. 3 . Focus sul presente: Perls credeva che, lavorando con il sogno, i clienti potessero diventare più consapevoli di ciò che stava accadendo nel loro presente. La rielaborazione dei sogni porta spesso a capire come le esperienze oniriche si riflettono nelle dinamiche della vita quotidiana. 4. Emozioni corporee: Parte dell'approccio di Perls consisteva nel connettere i sogni con le sensazioni corporee. Incoraggiava i pazienti a prestare attenzione a come si sentivano fisicamente quando parlavano del sogno, utilizzando queste sensazioni come chiave per esplorare emozioni più profonde. 5. Risoluzione dei conflitti: Attraverso il lavoro sui sogni, Perls cercava di aiutare i clienti a riconoscere e risolvere conflitti interni, permettendo loro di affrontare paura, desideri e parti di sé che erano state trascurate. In sintesi, Fritz Perls utilizzava i sogni come uno strumento potente per il lavoro terapeutico, promuovendo la consapevolezza e l'integrazione delle esperienze interiori , e facilitando un maggiore contatto con il proprio sé autentico.
GESTALT CHAIRWORK
Autore: Scuola Psicoterapia Gestalt 26 gennaio 2024
Il lavoro sulle sedie, in inglese detto chairwork, non è una tecnica, ma è innanzitutto un'arte figurativa, volta ad accrescere la consapevolezza e a lavorare su emozioni conflittuali o negate.
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